Italia / Storia

Dal Politecnico al “Politecnico”


Condividi


Milano è da sempre la città della tecnica. Il Politecnico, la sua università specializzata, è stato uno dei centri della Resistenza. E proprio a Milano nel dopoguerra è nata una rivista chiamata “Politecnico” che ha giocato un ruolo fondamentale nel rinnovamento della cultura italiana.

Il Politecnico si chiama così dal 1937, ma esisteva come istituto tecnico superiore fin dal 1863. Il 29 gennaio 1944 divenne rettore Gino Cassinis, che trasformò l’università in un centro operativo della Resistenza. Essa divenne deposito di armi delle Sap; e sede di un centro radio clandestino. Alcuni docenti, come Francesco Moschettini e Michelangelo Böhm, furono arrestati e deportati. Vittime della lotta per la libertà furono anche lo studente di architettura Giorgio Labò, fucilato a Roma il 7 marzo 1944; e Gianfranco Mattei, docente di chimica analitica, arrestato e torturato in via Tasso dove si uccise il 7 febbraio 1944.

Durante l’insurrezione del 1945 l’ateneo fu occupato militarmente dalla 116a Divisione Garibaldi. Qui fu processato il 28 aprile l’ex segretario del Pnf Achille Starace, poi fucilato a Piazzale Loreto. Cassinis, già membro del Comitato Onoranze Caduti per la Libertà, rimase rettore fino al 1960, per poi essere nominato sindaco di Milano dal 1961 alla morte nel 1964.

Nel frattempo il 29 settembre 1945 aveva avviato le pubblicazioni “Il Politecnico. Settimanale di cultura contemporanea”. Il fondatore e direttore era Elio Vittorini, siciliano, già traduttore e scrittore, a Milano dal 1939 per lavorare alla Bompiani, con cui aveva pubblicato Conversazione in Sicilia e Uomini e no. L’editore era Einaudi; la sede si trovava in viale Tunisia n.29. L'aspetto grafico era curato da Albe Steiner. Il titolo richiamava la rivista ottocentesca di Carlo Cattaneo di cui si intendeva riprendere il tono antiaccademico, pragmatico e divulgativo pur senza cedere al "popolare". La redazione comprendeva Franco Calamandrei, Franco Fortini, Vito Pandolfi, Albe Steiner e Stefano Terra.

L'ultimo numero del "Politecnico" settimanale fu il 28. Col n. 29, datato 1° maggio 1946, la rivista diventò infatti mensile. La redazione si trasferì inizialmente in via Filodrammatici n.5, per poi tornare in viale Tunisia col numero 34. Vittorini rimase direttore, ma non esisteva più una redazione vera e propria; Giuseppe Trevisani era il segretario di redazione. La rivista riorientò la sua impostazione, prendendo le distanze dal precedente zelo encilopedico per "creare e formare pur divulgando". Le pubblicazioni terminarono nel dicembre del 1947.