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Campo di concentramento di Colle di Compito


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Il campo di concentramento di Colle di Compito a Capannori fu istituito nel luglio 1942 e in breve tempo raggiunse i 4000 prigionieri alleati. Fu dismesso dopo pochi mesi e riattivato dalla Repubblica Sociale Italiana dopo l’Armistizio, contenendo internati politici, ebrei e detenuti comuni.

Con l'entrata in guerra dell'Italia vennero istituiti su tutto il territorio nazionale campi di transito, concentramento e lavoro per prigionieri alleati catturati sui fronti africani e nel Mediterraneo. Nell'arco di tre anni furono detenuti in Italia circa 70.000 militari sia inglesi (compresi i vari Stati appartenenti al Commonwealth), sia in minima parte statunitensi.

Il campo di Colle di Compito, situato nel comune di Capannori, fu fondato nel luglio 1942 con degli attendamenti in una zona palustre. A fine settembre raccoglieva 3970 internati così suddivisi: 2224 inglesi, 1737 sudafricani, 3 mediorientali, 2 indiani, 3 serbi e uno di nazionalità non specificata. Fu ispezionato dai delegati della Croce Rossa Internazionale che denunciarono le pessime condizioni in cui versava l'accampamento e in cui erano costretti a vivere i prigionieri: sovraffollamento, mancanza di un sistema fognario, inadeguatezza dei servizi igienici e dell'infermeria, assenza di libri e svaghi per il tempo libero. La situazione peggiorò con la presenza di insetti e zanzare che causarono vari casi di malaria, con almeno 180 inglesi ricoverati presso l'ospedale militare di Lucca. Il 2 settembre 1942, durante un tentativo di fuga, fu ucciso da una sentinella il ventiquattrenne britannico Sidney Fawcett. Le prime piogge autunnali e il mancato deflusso delle acque causarono un peggioramento della situazione, unito alla carenza di illuminazione del campo e all'assenza di riscaldamento nelle tende. Fu decisa la chiusura temporanea e i prigionieri furono trasferiti in altre strutture entro metà novembre.

L’anno successivo il campo fu riattivato; con l'Armistizio di Cassibile venne saccheggiato dalla popolazione locale. Due giorni dopo, il 10 settembre 1943 il capitano Massimo De Felice, il colonnello Vincenzo Cione e il soldato Domenico Mastrippolito furono uccisi dai tedeschi per il rifiuto di consegnare i prigionieri inglesi. La fuga di questi detenuti portò alla nascita del fenomeno degli helpers, ovvero contadini e persone locali che dettero rifugio e protezione, vitto e alloggio ai militari alleati evasi.

In seguito, il campo venne riutilizzato dalla Repubblica Sociale Italiana per l’internamento dei civili e custodì dalle 250 alle 300 persone. La Guardia Nazionale Repubblicana e il Battaglione T. M. «Mirio Ferrari» ebbero un ruolo di gestione e sorveglianza; qui furono internati politici, ebrei e detenuti comuni. Nel giugno 1944, in seguito ad un mitragliamento, il campo fu definitivamente chiuso e gli internati trasferiti a Bagni di Lucca.

Via Vicinale, Capannori, località Colle di Compito, 55012