Italia / Monumento

Campo di concentramento provinciale per ebrei


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Il campo di concentramento per ebrei italiani e stranieri di Bagni di Lucca operò dal dicembre 1943 al gennaio 1944, quando la deportazione definitiva dei detenuti ne comportò la chiusura. Era situato presso l’ex Grande Albergo “Le Terme” in località Bagni Caldi.

Il comune di Bagni di Lucca, situato nella Media Valle del Serchio, fu scelto dal Ministero dell’Interno del Regime fascista come località di internamento. In alcuni alberghi cittadini fin dal 1942 furono detenuti alcuni sfollati anglo-maltesi dalla Libia; fra l’ottobre 1942 e il gennaio 1943 furono trattenuti 100 civili jugoslavi, provenienti dal campo di concentramento di Molat (presso Zara), prima di essere trasferiti in un altro luogo detentivo.

Dopo l’Armistizio, l’ex Grande Albergo “Le Terme” in località Bagni Caldi (ex residenza estiva del Granduca di Toscana, poi trasformata in albergo e attivo fino agli anni ’30) fu scelto come campo di concentramento per ebrei italiani e stranieri; qui nel dicembre 1943 furono imprigionati decine di ebrei catturati in tutta la provincia, anche grazie a delazioni. Si trattava sia di cittadini italiani, lucchesi o sfollati, sia di persone straniere che si trovavano già da alcuni anni in internamento libero. La loro custodia fu affidata alla 86ª legione di Lucca della Guardia Nazionale Repubblicana. Vissero in un ambiente malsano, dormendo su letti di paglia, in condizioni igieniche estremamente precarie, tanto che alcuni prigionieri dovettero essere ricoverati in ospedale.

Un gruppo di partigiani, in collaborazione con la rete di assistenza agli ebrei costruita grazie all’ebreo pisano Giorgio Nissim e ai sacerdoti Oblati del Volto Santo, preparò un piano di salvataggio che non fu mai messo in pratica per il preventivo trasferimento di tutti gli ebrei. Il 23 gennaio 1944 furono portati con alcuni camion a Firenze e da lì nel carcere di San Vittore a Milano, dove il 30 gennaio salirono sul convoglio n. 6 in direzione Auschwitz. Il viaggio di deportazione era concepito sia come una forma di sterminio attraverso la selezione dei più deboli, che non sopravvivevano, sia come mezzo ideologico di sradicamento e di annientamento della personalità: una giovane ebrea lucchese morì nel corso del viaggio. Molti furono uccisi al loro arrivo nelle camere a gas; solamente 5 persone su un totale di 99 sopravvissero alla Shoah.

Il campo di concentramento di Bagni di Lucca venne chiuso il 25 gennaio 1944. Il totale degli ebrei deportati dalla provincia di Lucca fu di 110. L’ex albergo è oggi abbandonato e, in gran parte, crollato. Il 23 gennaio 2018 è stata apposta una targa nell’ambito del progetto “I luoghi della Memoria” dell’Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea in provincia di Lucca

Via del Paretaio, località Bagni Caldi, 55022