Italia / Monumento

Cippo in memoria del partigiano Pietro Pistis


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Pietro Pistis fu un partigiano sardo attivo in lucchesia. Soldato sbandato del Regio Esercito, dopo l'Armistizio si unì alla formazione "Baroni"; fu ucciso dai soldati tedeschi a Borgo a Mozzano nel giugno 1944 mentre con la sua squadra cercava di far saltare un ponte ferroviario.

Pietro Pistis nacque a Lanusei (NU) il 18 aprile 1916, figlio di Bernardo e Filomena Usai. Richiamato alla leva, nel corso della Seconda guerra mondiale ricoprì il ruolo di sergente nel Genio guastatori.

L’8 settembre 1943, giorno dell'annuncio dell'Armistizio fra il Regno d’Italia e le forze angloamericane, era di stanza a Viareggio dove, da soldato sbandato, entrò in contatto con i primi nuclei della Resistenza che si stavano formando sul territorio. Venne arrestato dalla Guardia Nazionale Repubblicana e mandato a svolgere lavoro coatto sulla Linea Gotica per conto dell'Organizzazione Todt; riuscì a fuggire e ad aggregarsi alla formazione resistenziale "Baroni", attiva in lucchesia e nella Valle del Serchio, dove fu nominato a capo di una squadra di partigiani sardi. La squadra era solita effettuare azioni di sabotaggio, raccolta armi, servizio d’informazione. Nel giugno 1944 scelsero una delle ultime gallerie tra Ponte a Moriano e Borgo a Mozzano per effettuare un'iniziativa di sabotaggio alla linea ferroviaria Lucca-Aulla, per rallentare le operazioni belliche tedesche: i partigiani avevano come obiettivo la distruzione del ponte che si trovava all'uscita del tunnel. Pistis era alla guida del gruppo nell'oscurità della notte, quando si accorsero che erano presenti sentinelle di guardia; decisero di proseguire l'azione ma i soldati tedeschi si accorsero di loro e aprirono il fuoco: Pistis, essendo davanti agli altri, fu ucciso all'istante mentre i suoi compagni riuscirono a fuggire. Le schede di riconoscimento come partigiano lo indicano come caduto il 25 settembre 1944.

Il 18 Ottobre 1992 un cippo in suo onore fu collocato a Borgo a Mozzano dall'Amministrazione comunale e dalle associazioni combattentistiche e patriottiche in uno spiazzo a margine di via Ludovica (Strada Provinciale 20), nelle vicinanze di un muro anticarro costruito dai tedeschi in località "Madonnina di Mao". Il cippo è composto da un grosso blocco di marmo irregolare tagliato trasversalmente su cui è incisa l'epigrafe; ogni anno viene commemorato dall'Amministrazione comunale, dall'ANPI e dalle associazioni locali. A Lanusei (NU) una via cittadina è stata intitolata in suo nome.

Via Ludovica, 55051