Monumento ai partigiani pistoiesi

Nel 1941 le truppe italiane occuparono la Jugoslavia e varie divisioni furono stanziate all’interno del paese. Dopo l’Armistizio, i soldati ebbero poche scelte: tentare il ritorno a casa, arrendersi ai tedeschi o combatterli. Le divisioni Taurinense e Venezia, quest’ultima composta in parte da militari toscani, optarono per la resistenza armata e il 2 dicembre 1943 si costituirono a Pljevlja, in Montenegro, come «Divisione italiana partigiana Garibaldi», comprendente circa 20.000 soldati. Nei mesi successivi la Divisione combattè le truppe naziste a fianco dell’Esercito Popolare di Liberazione guidato dal maresciallo Josip Broz Tito: registrò migliaia di uomini morti o dispersi e rientrò in Italia nel marzo 1945. 

Tra i decorati della Resistenza nei Balcani, provenienti dal comune di Pistoia, ricordiamo: Arrigo Bertini, Foriero Cappelli, Giuseppe Dolfi, Dino Lastrucci, Silvano Pastacaldi, Aldo Vannacci. Uno di loro, il veterinario e partigiano Villy Pasquali, morto in battaglia, fu insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare e, a Pistoia, gli sono stati dedicati un giardino e un monumento alla memoria. 

Il 25 aprile 1992 a Pistoia, in un’area verde del quartiere «Le Fornaci», fu inaugurato un monumento disegnato da Umberto Civinini in memoria dei pistoiesi combattenti nella divisione: erano circa 200, compresi quelli della provincia. L’opera ha preso vita da un blocco di marmo grezzo della Toscana. Sulla base rotonda, cerchio che rappresenta il «mondo perfetto», sono evidenziati schematicamente i quattro punti cardinali. Dal grande masso svetta la punta di una spada: Civinini l’aveva immaginata come la stessa che Giuseppe Garibaldi portava sempre al suo fianco. La lama punta verso il cielo, protetta da grandi alberi che la circondano; il cielo vede quella punta e ricorda simbolicamente gli uomini, i partigiani, i caduti della divisione Garibaldi, in ogni parte del mondo e nell’infinito celeste. 

Sporadicamente presso il monumento vengono svolti eventi e cerimonie di commemorazione.